• Indifférent 15/20

Nel 2003, la Champagne è stata la regione francese che ha sofferto maggiormente per le condizioni climatiche estreme. Mentre Bordeaux, la Borgogna o il Rodano hanno saputo cavarsela con un certo numero di ottime cuvée, i vigneti della Champagne hanno dato come risultato un’annata mediocre e addirittura inesistente presso le grandi cantine, che hanno preferito astenersi dalla produzione. E non avevano torto: dopo periodi fatali di gelate ad aprile e di grandine a giugno che hanno devastato migliaia di ettari in particolare di Chardonnay, il clima torrido estivo ha preso il sopravvento giorno e notte ostacolando una delle condizioni fondamentali per la produzione di uno Champagne di qualità: l’escursione termica giornaliera. Il risultato è stato una maturazione eccessiva e un livello di acidità troppo basso, che hanno influito sulla freschezza e la finezza del vino. Il volume della raccolta, inoltre, è stato notevolmente basso.