Un Montlouis Moelleux straordinario per il suo equilibrio, per la sua freschezza e per la sua palette aromatica particolarmente ampia, che è all'altezza della reputazione del grande viticoltore François Chidaine. Maggiori informazioni
Questo Montlouis Moelleux è vinificato con i lieviti indigeni in demi-muids (botti da 600 litri). La malolattica non è sistematicamente ricercata e l'affinamento avviene sulle fecce fini, sempre in demi-muids e per 11 mesi. Le uve vengono raccolte quando sono surmature, più o meno appassite o botritizzate. Questa cuvée sprigiona aromi di agrumi e fiori bianchi, note di miele, mela cotogna, frutta candita e frutti tropicali. Al palato rivela un buon equilibrio tra la morbidezza soave (circa 40 g/l di residuo zuccherino) e la freschezza. È contraddistinta dalla sua ricchezza, dalla sua ampiezza e da un finale particolarmente persistente.
Montlouis-sur-Loire Moelleux François Chidaine (Domaine) si serve ad una temperatura di 12°C. Si abbina perfettamente con i seguenti piatti: Tajine de poulet aux olives et au citron confit, Poulet au citron, Bleu de Bresse.
Questo Montlouis Moelleux è vinificato con i lieviti indigeni in demi-muids (botti da 600 litri). La malolattica non è sistematicamente ricercata e l'affinamento avviene sulle fecce fini, sempre in demi-muids e per 11 mesi. Le uve vengono raccolte quando sono surmature, più o meno appassite o botritizzate. Questa cuvée sprigiona aromi di agrumi e fiori bianchi, note di miele, mela cotogna, frutta candita e frutti tropicali. Al palato rivela un buon equilibrio tra la morbidezza soave (circa 40 g/l di residuo zuccherino) e la freschezza. È contraddistinta dalla sua ricchezza, dalla sua ampiezza e da un finale particolarmente persistente.
François Chidaine, che ha trascinato nella sua scia una nuova generazione di viticoltori di talento, rappresenta una figura di riferimento a Montlouis. Ha iniziato a lavorare in queste terre nel 1984 come dipendente nella tenuta familiare gestita dai suoi genitori, viticoltori a Montlouis. Nel 1989 si è messo in proprio con 3 ettari della tenuta di famiglia e 1,5 ettari acquistati. Ben presto si è dimostrato sensibile alle pratiche biologiche e dal 1992 ha iniziato a convertire in biologico la tenuta, continuando ad ampliarla (10 ettari a Montlouis nel 1998). L'anno successivo, la moglie Manuela, d’origine spagnola, è entrata a far parte dell'azienda, che è passata all’agricoltura biodinamica.
Un nuovo passo è stato compiuto nel 2002 con l'affitto dei vigneti della tenuta Clos Baudoin du Prince Poniatowski, che saranno poi acquistati nel 2006. All’avventura si è poi aggiunto il cugino Nicolas Martin (che ora non è più socio dell’azienda) con il quale la coppia Chidaine ha creato un GAEC (Groupement agricole d'exploitation en commun). Oggi la tenuta si estende su 41 ettari: 20 a Montlouis-sur-Loire, 10 a Vouvray e 11 a Touraine. François Chidaine è stato anche presidente del sindacato della sua denominazione.
La filosofia dell'azienda, oltre all'esemplare viticoltura biodinamica, è quella di valorizzare i diversi terroir, moltiplicando le cuvée in base alle particolarità dei vari vigneti. Grande lavoratore, estremamente rigoroso, François Chidaine condivide questo spirito con Manuela e tutta la loro squadra (quasi dieci persone a tempo pieno) molto unita attorno al progetto comune votato all’eccellenza. François rimane uno degli esempi (insieme a Jacky Blot) capace di portare dietro di sé un'intera nuova generazione di giovani viticoltori di talento della denominazione.
Leggi l'articolo del blog sulla tenuta François Chidaine
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