Sebbene all’origine del prestigio dei vini della Champagne ci sia l’incoronazione dei re di Francia a Reims, già nell’Antichità Plinio il Vecchio ne parlava scrivendo: “Gli altri vini della Gallia consigliati per la tavola dei re sono quelli della campagna di Reims, chiamati vini di Ay”. Molto apprezzato in Francia, lo Champagne fu adorato in Inghilterra, dove il Marchese di Saint-Evremond lo introdusse nel 1661. Lo Champagne è stato un vino tranquillo fino alle fine del XVII secolo; dal 1664 un autore inglese ha iniziato a parlare di Champagne frizzante e nel 1712 la parola “bollicina” inizia a essere utilizzata in Francia in riferimento a questo vino. Da allora, il migliore cliente è sempre stata la Gran Bretagna. Alla fine del XVIII secolo, solo il 10% dei vini della Champagne era frizzante, il mercato delle bollicine si espande infatti solo alla fine del XIX secolo. Questa denominazione, che porta il nome della sua regione di origine, si estende su 27.500 ettari in terre un tempo bagnate dal mare e ora ricoperte da uno strato di gesso profondo 200 metri. Questo suolo permette un buon drenaggio delle radici e un accumulo termico di cui la vite ha bisogno in questa regione. Le antiche cavità calcaree che formano delle gallerie con una temperatura di 11° e un’igrometria dell’80%, rappresentano delle condizioni ideali per la produzione e la conservazione del vino. Le vigne si trovano tra i 130 e i 180 metri di altitudine e sono soggette alle influenze climatiche settentrionali e continentali, rese miti dalle correnti marittime della Normandia. Le frequenti gelate primaverili e il clima estivo temperato risultano determinanti per la finezza dei vini. Hanno diritto alla denominazione “Champagne” solo i vini prodotti nel perimetro delimitato della Champagne con uve provenienti unicamente da questa regione. Sono tre i principali vitigni di questo territorio: il Pinot Noir, lo Chardonnay e il Pinot Meunier. La vendemmia è effettuata quando la maturazione è ottimale e le uve sono maneggiate con grande cura per evitare di far colorare i mosti prima della pressatura, soprattutto quando si utilizzano uve nere. A partire dal mese di gennaio inizia l’elaborazione della cuvée, che generalmente è costituita da vini della regione di Ay, della Vallée de la Marne e della Côte de Blanc.
La leggenda vuole che il monaco benedettino Dom Pérignon abbia introdotto i principi alla base dello Champagne alla fine del XVII secolo. Il metodo consiste nel provocare una rifermentazione del vino in una bottiglia chiusa aggiungendo zuccheri e lieviti selezionati (liqueur de tirage) al vino di base. Lo zucchero si decompone formando anidride carbonica che rimane imprigionata nel vino perché non ha l’aria a disposizione tramite la quale dileguarsi. Questo metodo delicato comprende anche le operazioni di remuage delle bottiglie, tecnica con la quale viene fatto scendere il deposito verso il collo della bottiglia, e di sboccatura (dégorgement), che ha lo scopo di eliminare a basse temperature il deposito che si forma contro il tappo.
Blanc de Blancs: prodotto unicamente con Chardonnay.
Blanc de Noirs: prodotto unicamente con Pinot Noir.
Rosé: una bassa quantità di vino rosso è aggiunta alla cuvée prima del tiraggio.
Millesimato: solo le ottime annate sono millesimate.
Crémant: champagne meno frizzante prodotto con meno liqueur de tirage.
Doux: il liqueur de tirage viene aggiunto in quantità e maschera tutti i difetti del vino.
Brut intégral: vino perfetto e senza difetti.