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Vini in vendita: Trebbiano

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trebbiano

Il termine trebbiano non si riferisce a un singolo vitigno, bensì a un’intera famiglia. Una famiglia piuttosto disomogenea, poiché le varietà che la compongono non hanno necessariamente le stesse origini. In questo albero genealogico nebuloso troviamo infatti il trebbiano d’Abruzzo (celebre grazie alla storica cantina Emidio Pepe), il trebbiano giallo, il trebbiano modenese, comunemente impiegato per la produzione di aceto, il trebbiano romagnolo, lo spoletino e il trebbiano toscano (il più diffuso). Il termine trebbiano è talvolta utilizzato anche per indicare altri vitigni del tutto diversi, come l’albarola o il trebbiano bianco. In tutta questa complessità, non è semplice orientarsi.

Tuttavia, pur non condividendo sempre lo stesso DNA, i membri di questa famiglia presentano numerosi tratti comuni. Il nome trebbiano deriverebbe da “vinum trebulanum”, espressione usata da Plinio il Vecchio per designare i vini di Trebula, una piccola città romana in Campania. Tutte queste varietà presentano una bella buccia di colore bianco chiaro, quasi giallo, e danno origine a vini freschi e minerali, con profumi di limone e pera, da bere giovani e in tutta la loro espressività fruttata. Come suggerisce il nome, il vitigno ha origine in Campania (Italia), ma si è poi diffuso in Toscana, Lazio, Valle d’Aosta, Alto Adige, Friuli, Veneto (con i vini di Giuseppe Quintarelli), e anche in Francia, Argentina e Australia.

Trebbiano

Il termine trebbiano non si riferisce a un singolo vitigno, bensì a un’intera famiglia. Una famiglia piuttosto disomogenea, poiché le varietà che la compongono non hanno necessariamente le stesse origini. In questo albero genealogico nebuloso troviamo infatti il trebbiano d’Abruzzo (celebre grazie alla storica cantina Emidio Pepe), il trebbiano giallo, il trebbiano modenese, comunemente impiegato per la produzione di aceto, il trebbiano romagnolo, lo spoletino e il trebbiano toscano (il più diffuso). Il termine trebbiano è talvolta utilizzato anche per indicare altri vitigni del tutto diversi, come l’albarola o il trebbiano bianco. In tutta questa complessità, non è semplice orientarsi.

Tuttavia, pur non condividendo sempre lo stesso DNA, i membri di questa famiglia presentano numerosi tratti comuni. Il nome trebbiano deriverebbe da “vinum trebulanum”, espressione usata da Plinio il Vecchio per designare i vini di Trebula, una piccola città romana in Campania. Tutte queste varietà presentano una bella buccia di colore bianco chiaro, quasi giallo, e danno origine a vini freschi e minerali, con profumi di limone e pera, da bere giovani e in tutta la loro espressività fruttata. Come suggerisce il nome, il vitigno ha origine in Campania (Italia), ma si è poi diffuso in Toscana, Lazio, Valle d’Aosta, Alto Adige, Friuli, Veneto (con i vini di Giuseppe Quintarelli), e anche in Francia, Argentina e Australia.

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