
L'AOC Vouvray
Vouvray è una denominazione unica nel suo genere. In primis, per la sua coltivazione monovarietale di chenin blanc, noto anche come “pineau de la Loire” nella regione. Da questa varietà emblematica si ottengono vini secchi, demi-sec, dolci o frizzanti, tanto apprezzati dal celebre Gargantua di Rabelais che li descrisse come “bianchi raffinati come taffetà”. Anche il terroir è piuttosto peculiare. La denominazione poggia su un suolo di gesso morbido, il tufo, ricoperto da uno strato superficiale di argilla, selce, limo o sabbia. Questa composizione eterogenea conferisce ai vini un profilo setoso, salino e affumicato... In poche parole, un equilibrio perfetto! L’AOC annovera anche diversi clos, parcelle cinte da muri in selce con caratteristiche simili ai celebri climat borgognoni. Vouvray ha saputo distinguersi anche grazie ai suoi paesaggi, modellati nel tempo da monaci e re. I Romani scavarono le cantine trogloditiche nel gesso, che ancora oggi consentono di produrre, affinare e conservare il vino in condizioni ideali.
Ovviamente, anche i suoi viticoltori hanno contribuito alla fama della denominazione, che comprende 150 tenute su 2.300 ettari, suddivisi tra i comuni di Tours, Vouvray, Chancay, Noizay, Reugny, Rochecorbon, Vernou-sur-Brenne, Parcay-Meslay. Ogni anno, vengono prodotti in media 12.000 ettolitri di vino. Tra i volti più noti, impossibile non citare il Clos Naudin (Vincent Foreau), il Domaine Huet, il Domaine Vincent Carême, il Clos Thierriere e la tenuta di Sébastien Brunet. Insieme, continuano a portare alto l’onore di Vouvray, riconosciuta nel 1936.











































