Bruno Lorenzon ha assunto la direzione della tenuta di famiglia nel 1997, dopo aver svolto altre professioni, come ad esempio quella di consulente in una tonnellerie. Questa esperienza gli ha consentito di poter scegliere con grande cura il legno delle barrique realizzate nella sua azienda, che viene fatto essiccare per almeno tre anni. Inoltre, ha fatto anche delle esperienze lavorative nei vigneti del Sudafrica e della Nuova Zelanda. Quando ha rilevato la tenuta di famiglia, che ora si estende su 10 ettari, Bruno Lorenzon ha scelto di valorizzare i terreni situati su pendii caratterizzati da suoli di marne calcaree, così come le vecchie vigne, che si trovano per la maggior parte in zone classificate Premier Cru, sui più bei rilievi di Mercurey, esposti a sud e sud-ovest. Le vigne sono coltivate da molto tempo con grande attenzione e rispetto per l’ambiente (secondo i principi dell’agricoltura biologica), senza l’utilizzo di diserbanti o additivi. I terreni vengono lavorati e, ispirandosi ai metodi di coltivazione di Lalou Bize-Leroy, il viticoltore gestisce le sue vigne con alti sostegni, in modo da favorire la fotosintesi e la piena maturazione delle uve. Considerato un vero maestro dello chardonnay, Bruno Lorenzon è, senza dubbio, una stella nascente della regione.

Sul pendio esposto a sud/sud-est, le uve maturano precocemente. Dopo la vendemmia manuale, la vinificazione in botte e le lunghe macerazioni, il vino invecchia in barrique di rovere. Lo splendido colore rubino profondo preannuncia aromi di frutti rossi, mora e cannella. Con il tempo emergeranno anche rimandi delicati di sottobosco e cacao. Al palato prevale un frutto molto concentrato, con una bella trama acida verticale ed equilibrata. I tannini presenti restano eleganti e permettono al vino di offrire uno splendido finale. Un vino da lasciare invecchiare per dieci anni o anche di più e da degustare con carni di vitello o con formaggi stagionati.