Partiamo in direzione di Orschwihr, a sud di Colmar, dove la famiglia Zusslin coltiva i suoi 18 ettari di vigne ripartite in 9 varietà tradizionali dell’Alsazia. La tenuta - fondata nel 1691 da Jodocus Cisle, uno dei capostipiti della famiglia - è oggi gestita dai nipoti di Valentin, Jean-Paul e Marie Zusslin, che tramandano con passione il savoir-faire di 13 generazioni di viticoltori. I due hanno ripreso le redini della tenuta nel 2000, facendosi distinguere per la “la loro passione, il loro carisma e la loro attenzione ai dettagli e al lavoro ben fatto” secondo la Revue du Vin de France. Non a caso, la tenuta è stata anche fortemente acclamata dalla critica e dalle guide enologiche.
Il Domaine Valentin Zusslin applica i principi dell’agricoltura biologica (certificata dal 1997) e biodinamica (dal 2000) nei suoi splendidi terroir: Bollenberg, Clos Liebenberg e Grand Cru Pfingstberg. Dall’annata 2012 le vigne sono coltivate con l’aratro e la tenuta si è cimentata anche nell’agrosilvicoltura, installando alveari e trespoli per favorire la diversità delle specie e degli ecosistemi. Una filosofia davvero “esemplare”, secondo la Revue de Vin de France, che si traduce in vini bianchi puri e cristallini, e vini rossi strutturati ideali per l’invecchiamento.

Nel 2016, nell’ottica di produrre dei premier cru in Alsazia, la cuvée Harmonie è stata sostituita da due cuvée parcellari, che potessero riflettere meglio l’espressione dei terroir di provenienza: Luft e Neuberg. Questi lieu-dit del cru Bollenberg, una collina caratterizzata dal microclima arido della regione di Rouffach, offrono uno spaccato ancora più preciso del terroir alsaziano. Luft è un insieme di parcelle che si estendono sul versante occidentale della collina (quindi esposte al sole durante il pomeriggio) e che si caratterizzano per il terreno calcareo ricoperto da uno strato di 80 cm di argilla, che assicura una buona riserva idrica. La maggior presenza del vento rende il clima più temperato. Valentin Zusslin produce con grande dedizione un pinot noir in quantità molto limitate. Le uve sono vendemmiate a mano e sottoposte a una triplice selezione, prima in vigna, poi sul tavolo di cernita e infine dopo la diraspatura, grazie a una diraspatrice che elimina i resti delle foglie e dei raspi. Le uve sono lasciate macerare per due settimane e mezzo e quindi sottoposte alla fermentazione, innescata dall’azione dei lieviti indigeni. Il vino viene poi trasferito in barrique di rovere dei Vosgi (10% di legno nuovo) per un invecchiamento di 15 mesi. Il risultato è un vino armonioso, che esprime sentori di fragola al naso e che rivela sapori fruttati e una grande precisione al palato.