Lo Château de Plaisance vanta oltre un secolo di storia. Appartenuto alla famiglia Rochais dal 1960, venne poi rilevato da una giovane viticoltrice di 32 anni originaria di Anjou, che all’epoca era in dolce attesa. Vanessa Cherruau, con l’appoggio di un investitore, si lanciò così nella sfida di riprendere in mano questa meravigliosa tenuta, situata su alcuni eccezionali terroir di Anjou: Chaume 1er cru, Quarts-de-Chaume Grand Cru e Savennières. Il vitigno dominante è lo chenin, che viene prodotto sia secco – la cuvée Ronceray ne è il miglior esempio – sia dolce. Altro piccolo orgoglio è rappresentato dal cabernet franc e dal cabernet sauvignon, gli unici vitigni rossi piantati sulla celebre Butte de Chaume. La vinificazione è l’invecchiamento sono effettuati sempre in modo tale da mettere in risalto i terroir e le parcelle.
L’etica di lavoro della tenuta è da manuale di enologia: agricoltura biologica, biodinamica, poco zolfo, riforestazione, reintroduzione della biodiversità, protezione dei terreni, uguaglianza e rispetto dei collaboratori, ma anche buon umore e fantasia. Il motto dello Château de Plaisance non potrebbe riassumere meglio questa filosofia: «Chaume must go on!»

Lo chenin non è l’unico motivo di fierezza dello Château de Plaisance. Un altro esempio delle ottime cuvée prodotte da questa tenuta è questo vino rosso, un assemblaggio composto da un 30% di cabernet franc e da un 70% di cabernet sauvignon. La cuvée è prodotta dalle uniche vigne di uva a bacca rossa piantate sulla famosa collina del comune di Rochefort-sur-Loire, la Butte de Chaume. Ecco spiegato quindi il nome della cuvée “Sur la Butte”, in riferimento al rilievo di origine costituito da scisti, di ftanite e spilite. Le vigne hanno un’età media di 35 anni e vengono potate con il metodo Guyot Poussard. Nel vigneto è stato inoltre effettuato un importante lavoro di riforestazione e di ripristino della biodiversità, in modo da permettere alla vigna di crescere in un ambiente favorevole.
Dopo la vendemmia manuale e la raccolta in piccole cassette, le uve vengono trasportate in cantina e diraspate completamente. La fermentazione è innescata dai lieviti indigeni e dopo una macerazione di breve durata, si passa a un periodo di invecchiamento di 11 mesi in vasche di cemento.
Alla degustazione scopriamo un vino molto fruttato, polposo e di grande ricchezza aromatica.